LA NOSTRA STORIA
Marco D'Andrea era un ragazzo che frequentava il Liceo Scientifico di Morlupo, improvvisamente si ammalò e fu ricoverato al Policlinico Umberto 1° di Roma. I compagni di classe non lo lasciarono solo, a gruppi, a turno, l'andarono a trovare, portandogli lezioni e compiti "per non farlo restare indietro" col programma scolastico, prima, poi per fargli compagnia, infine per dargli coraggio. Erano bravi quei ragazzi, furono assidui fino alla fine e parlavano, scherzavano, lo facevano ridere… Poi fu il vuoto. Un grande vuoto. Quegli amici restati soli non riuscivano ad adattarsi alla realtà di quella perdita, c'era una rabbia furiosa dentro, che faceva molto, troppo male. E quel dolore fu saggiamente incanalato in qualcosa di positivo che desse un senso ai pomeriggi: continuare nell'impegno di andare in ospedale a trovare qualcuno, andare ancora a parlare, ridere, giocare con altri ragazzi o bambini ospedalizzati. Intorno a quel primo gruppo di aggregarono madri e amiche nacquecosi l'Associazione Amici di Marco D'Anrea..era il 1999..
Oggi, per lo più, quei primi amici se ne sono andati per le vie del mondo: l'università, il lavoro, gli impegni sempre più pressanti. Ma altre persone hanno continuato al loro posto. L'Associazione si è data uno statuto, obiettivi e scopo, e regole, che si sono modificate sul campo, adeguandosi alle esigenze che man mano si sono presentate. Oggi oltre all'intrattenimento dei piccoli ricoverati c'è l'attenzione alle loro famiglie e i diversi progetti in corso.. I pazienti di questo particolare reparto, hanno lunghe degenze per le terapie che si ripetono a cicli e c'è sempre un familiare che li accompagna e con loro rimane per settimane. Non ci sono molte comodità in un reparto ospedaliero e non tutto le famiglie hanno buone possibilità economiche, così l'Associazione ha comprato inizialmente una lavatrice per le loro esigenze e un forno e tanto altro ancora e visto che c'è una cucina per tutti i familiari la rifornisce di generi alimentari di base: pasta, pomodori, pelati, olio sale, caffè anche dei i giornali, rifornisce, il Corriere dello Sport, e il Corriere della Sera.
Come si finanzia tutto questo? Chiedendo aiuti prima di tutto alle Istituzioni: Provincia, Regione presentano progetti, poi con "i mercatini" – riciclando il riciclabile modificato con creatività, durante le feste e nelle varie fiere della provincia, con il tesseramento, con le donazioni. E sono tanti che ci aiutano in questo compito!. Quante torte ci han regalato Antonia e Daniela Marruco e Maria Greco e Luisa e Antonietta e i biscottini di Marcella e… e zia Pina,e tante, tutte le settimane c'è qualcuna che ci prepara qualcosa da portare in ospedale, in uno slancio di solidarietà anonimo, che stupisce. Quando andiamo in reparto, non facciamo niente di speciale, prepariamo il caffè per tutti, delle bibite, i dolci che ci han dato le nostre fiancheggiatrici e bussiamo con un sorriso, alle porte di tutte le camerette offrendo quanto abbiamo: è l'aggancio. Basta poco per capire se chi ci apre ha voglia di parlare o è molto giù, e noi siamo li per dire due parole, ma per lo più per ascoltare. Ascoltare!. Queste persone han bisogno di essere ascoltate, a qualcuno devono dire il tumulto che han dentro e vogliono sentirsi ripetere parole di speranza.
Motore instancabile della Associazione è Anna Maria Abbruzzetti, con un Direttivo , composto da varie figure, che collabora, che pensa e organizza tutto: scrive i progetti per reperire fondi, tiene i contatti,poi un Tesoriere,responsabile della gestione dei fondi, fa la spesa per la cucina, una Responsabile organizza i turni,e inoltre ci sono anche due mediatrici culturali di lingua romena e albanese,e insieme si va avanti spronando chi si scoraggia. Ora, con noi viene anche un gruppo di scout e allievi delle superiori - e dicono che i ragazzi di oggi son tutti superficiali, - ma non lo si sa molto in giro.
Per chi fosse interessato e volesse saperne di più sull'Associazione può chiamare Anna Maria e Silvia,psicologa e la Tutor dei volontari,e avrà tutte le informazioni che cerca.
Saremmo lieti se altre persone si aggregassero a noi, venendo, scoprirebbero poi quanto sono limitati i problemi del quotidiano vivere.
Oggi, per lo più, quei primi amici se ne sono andati per le vie del mondo: l'università, il lavoro, gli impegni sempre più pressanti. Ma altre persone hanno continuato al loro posto. L'Associazione si è data uno statuto, obiettivi e scopo, e regole, che si sono modificate sul campo, adeguandosi alle esigenze che man mano si sono presentate. Oggi oltre all'intrattenimento dei piccoli ricoverati c'è l'attenzione alle loro famiglie e i diversi progetti in corso.. I pazienti di questo particolare reparto, hanno lunghe degenze per le terapie che si ripetono a cicli e c'è sempre un familiare che li accompagna e con loro rimane per settimane. Non ci sono molte comodità in un reparto ospedaliero e non tutto le famiglie hanno buone possibilità economiche, così l'Associazione ha comprato inizialmente una lavatrice per le loro esigenze e un forno e tanto altro ancora e visto che c'è una cucina per tutti i familiari la rifornisce di generi alimentari di base: pasta, pomodori, pelati, olio sale, caffè anche dei i giornali, rifornisce, il Corriere dello Sport, e il Corriere della Sera.
Come si finanzia tutto questo? Chiedendo aiuti prima di tutto alle Istituzioni: Provincia, Regione presentano progetti, poi con "i mercatini" – riciclando il riciclabile modificato con creatività, durante le feste e nelle varie fiere della provincia, con il tesseramento, con le donazioni. E sono tanti che ci aiutano in questo compito!. Quante torte ci han regalato Antonia e Daniela Marruco e Maria Greco e Luisa e Antonietta e i biscottini di Marcella e… e zia Pina,e tante, tutte le settimane c'è qualcuna che ci prepara qualcosa da portare in ospedale, in uno slancio di solidarietà anonimo, che stupisce. Quando andiamo in reparto, non facciamo niente di speciale, prepariamo il caffè per tutti, delle bibite, i dolci che ci han dato le nostre fiancheggiatrici e bussiamo con un sorriso, alle porte di tutte le camerette offrendo quanto abbiamo: è l'aggancio. Basta poco per capire se chi ci apre ha voglia di parlare o è molto giù, e noi siamo li per dire due parole, ma per lo più per ascoltare. Ascoltare!. Queste persone han bisogno di essere ascoltate, a qualcuno devono dire il tumulto che han dentro e vogliono sentirsi ripetere parole di speranza.
Motore instancabile della Associazione è Anna Maria Abbruzzetti, con un Direttivo , composto da varie figure, che collabora, che pensa e organizza tutto: scrive i progetti per reperire fondi, tiene i contatti,poi un Tesoriere,responsabile della gestione dei fondi, fa la spesa per la cucina, una Responsabile organizza i turni,e inoltre ci sono anche due mediatrici culturali di lingua romena e albanese,e insieme si va avanti spronando chi si scoraggia. Ora, con noi viene anche un gruppo di scout e allievi delle superiori - e dicono che i ragazzi di oggi son tutti superficiali, - ma non lo si sa molto in giro.
Per chi fosse interessato e volesse saperne di più sull'Associazione può chiamare Anna Maria e Silvia,psicologa e la Tutor dei volontari,e avrà tutte le informazioni che cerca.
Saremmo lieti se altre persone si aggregassero a noi, venendo, scoprirebbero poi quanto sono limitati i problemi del quotidiano vivere.
CHI SIAMO
L'Associazione Amici di Marco D'Andrea è un' associazione ONLUS che si prefigge lo scopo di assistere bambini affetti dalla stessa malattia del nostro amico Marco, ricoverati al reparto di Oncologia Pediatrica del Policlinico Umberto I° di Roma.
Il motivo che ci ha spinto è il desiderio di realizzare qualcosa di concreto in una situazione medica difficile. Questo impegno non servirà solo a dare un piccolo aiuto a chi ne ha bisogno ma consentirà di vivere un'esperienza formativa e costruttiva per noi stessi.
Nello stesso tempo servirà per ricordare, a tutti anche a coloro che non lo hanno conosciuto, la "grandezza" di MARCO.
Attualmente, obbiettivo essenziale - da perseguire e raggiungere - non è più soltanto quello di garantire al bambino malato una sopravvivenza sempre più prolungata, ma soprattutto quello di ottenere una guarigione completa e definitiva (ciò è possibile e sempre più frequente). Non deve sfuggire, tra l'altro, anche l'importanza del problema economico che si aggiunge, per le famiglie, al dramma della malattia.
Questa la nostra attuale turnazione .,giornaliera . con volontari Senior e Junior.